La strofe seguente, dopo i quattro primi cosķ cosķ, ha quattro versi notevoli, se non per novitą d'imagini, pe 'l numero variato e sostenuto:
E da noi lunge avvampiL'aspro sdegno guerrier,
Né ci calpesti i campiL'inimico destrier.
Nulla, del resto, fuor dell'ordinario.
Ma brutte fuor dell'ordinario sono le strofe interposte in certe edizioni a questa parte dell'ode. Prima le portņ la raccolta delle Odi del Parini data in Milano nel 1791 da Agostino Gambarelli, al quale, gią suo discepolo, il Parini aveva accordato la facoltą di pubblicare quelle odi, e non piś; e le odi, avverte l'editore, passavano da una mano all'altra e da questa a quella cittą tanto infedeli e scorrette e mutile e svisate da non potersi talvolta piś riconoscere per fattura dello ingegno che le aveva prodotte34.
Per la Vita rustica, il Gambarelli dovč essersi abbattuto in taluna di cosķ fatte copie, o almeno conobbe soltanto la lezione corrente prima che il poeta avesse, stralciando, ridotta l'ode a piś unitą e mandatala cosķ corretta a stampare fra le Rime degli Arcadi. In fatti il Reina, discepolo e radunatore della sparsa ereditą del poeta, che pe 'l testo delle odi, nel volume secondo delle Opere da lui pubblicate, si valse di un volume ove l'autore aveva raccolte quelle che disegnava egli di stampare, il Reina, dico, sotto la Vita rustica annota: «Il testo si dą quale fu pubblicato dall'autore nel volume xiii dell'Arcadia di Roma, se tolgansi alcune correzioni che vi fece dappoi. Le strofe che trovansi nelle posteriori edizioni [quella del Gambarelli, e, derivate da essa, una piacentina e una bodoniana] erano state da lui precedentemente rifiutate35.» Avviso a cui volesse dare all'edizione del Gambarelli troppa piś autoritą che ella non meriti.
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