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      Ma il secolo oramai s'avviava per quella strada. L'Arcadia passava al sentimentalismo progressivo e filantropico, per poi finire romantizzando. Ricordate la piantagione dei pini in Jacopo Ortis?
     
      Io mi vagheggiava nel lontano avvenire un pari giorno di verno, quando canuto mi trarrò passo passo sul mio bastoncello a confortarmi a' raggi del sole sí caro a' vecchi; salutando, mentre usciranno dalla chiesa, i curvi villani già miei compagni ne' dí che la gioventú rinvigoriva le nostre membra, e compiacendomi delle frutte che, benché tarde, avranno prodotto gli alberi piantati dal padre mio. Conterò allora con fioca voce le nostre umili storie a' miei e a' tuoi nepotini, o a quei di Teresa che mi scherzeranno dattorno. E quando le ossa mia fredde dormiranno sotto quel boschetto alloramai ricco ed ombroso, forse nelle sere d'estate al patetico susurrar delle fronde si uniranno i sospiri degli antichi padri della villa, i quali al suono della campana de' morti pregheranno pace allo spirito dell'uomo dabbene e raccomanderanno la sua memoria ai lor figli. E se talvolta lo stanco mietitore verrà a ristorarsi dall'arsura di giugno, esclamerà guardando la mia fossa: Egli, egli innalzò queste fresche ombre ospitali38.
     
      L'Hölty (1748-1776), un de' lirici tedeschi che spiccò nel passaggio dalla scuola del Klopstock e del Gessner alla poesia della natura, finiva un'ode a punto su la vita campestre cosí: «Sovente (il cittadino in villa) passeggia solitario, pieno di pensieri di morte, tra le fosse del villaggio; si siede sopra una tomba e contempla la croce con la funebre corona agitata dal vento39.»


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Conversazioni critiche
di Giosuè Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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