..45» Il Gozzi ha pur egli una gemma di lettera, salvo alcune affettazioncelle toscanamente accademiche e alcune morbidezze venezievoli. Era a Vicinale nel Friuli, ancor giovine, ancora innamorato della moglie, padre novello, non frusto dal lavoro per la miseria di tutti i giorni, traduceva Plauto e Moličre, e scriveva al compare Seghezzi, bembeggiante per le callette di Venezia:
Questa villetta si terrebbe da qualche cosa se un dí la voleste onorare con la presenza vostra; e se il mio piccioletto ospizio vi potesse raccogliere, che allegrezza sarebbe la mia! Oh che canzonette profumate vorrei che noi andassimo alternativamente recitando a mezza voce sulla riva di questa Metuna! Sappiate che per li poeti queste sono arie benedette, e che un miglio lontano da casa mia v'č quel Noncello, sulle rive del quale camminň un tempo il Navagero. Non v'accerto che vi sieno piú dentro le ninfe, come a quei dí; ma vi sono perň trote e temoli che vagliono una ninfa l'uno. Orsú via, una barchetta fino alla Fossetta; e poi mettetevi, al nome del Signore, nelle mani d'un vetturale, il quale, quando sarete giunti alla Motta, vi consegnerá a un altro suo collega; e di lŕ a due ore poco piú ritroverete questa villetta di ch'io vi parlo. Č vero che la strada č alquanto fastidiosa, perché a voi che siete accostumato alla gloriosa e magnifica Brenta, dove a ogni passo vedete un palagio, parrá facilmente strano il vedere ora casacce diroccate46, ora una fila d'alberi lunga lunga, e terra e terra senza un cristiano; ma fra il dormire un pochetto, la scuriada e forse i campanelli47 al collo de' cavalli potete passare il tempo.
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