Queste portano a me il grembo e le mani piene d'uva; e donandomi diverse maniere di frutta, mi salutano, s'allegrano e mi ricevono con una rozzezza pastorale amabile e cara oltre ad ogni altra. M'hanno detto tutte, con istudio d'esser ciascuna di loro la prima a portarmi questa buona nuova, che giovedķ vegnente e domenica seguente si fanno due belle feste vicino di qui a due miglia e che esse ancora vi vogliono essere.
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Iersera giunsi di Cividale con l'animo fatto sereno e col corpo ridotto a migliore stato che prima. Per certo, bel sito di cittą, bei colli, bel paese: non si puņ desiderar meglio! Non potreste credere quanti spirti vitali mi sieno passati al cuore, quanta maninconia mi sia uscita del petto nel mandar la vista per quei prati, per quei colli, per quelle rive. Non č poggio nel contorno di Cividale ch'io non l'abbia voluto ascendere, e ch'io non v'abbia dimorato le ore per pascere la vista di quell'amabile e grazioso aspetto che porta seco il nascer dell'aurora e del sole in quel paese. Avreste veduto prima le sommitą dei monti piś alti tingersi a poco a poco di giallo, e poco appresso, ferite dal sole nascente, diventare di color d'oro, ed in ispazio d'altrettanto i colli poco rilevati dal piano esser ancora essi indorati dal sole con maravigliosa vaghezza. La quale si fa maggiore doppiamente di quella dell'Alpi, per esser i colli pieni di vigne e d'arbuscelli fruttiferi posti a lungo sopra gradi incavati nel terreno in guisa di teatro, successivamente l'un sopra l'altro: le quali vigne e arbuscelli par che con le loro ombre facciano contrasto al sole che non allumi il terreno; e ciņ facendo, avviene cosa mirabile da vedere, che egli illustra la parte superiore sķ che par tutta d'oro, e, penetrando per le foglie tinte di rugiada e mosse leggermente da un poco di soave aura tra le ombre di tutto l'arbore, rappresenta nel terreno alcuni splendori tremolanti e certi lumi in forma lunga, che paiono vene e verghe d'oro purissimo.
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Cividale Cividale Alpi
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