La poesia deve essere lo specchio terrestre della divinità e riflettere con i colori con i suoni e i ritmi tutte le bellezze dell'universo59.»
Che che sia da pensare di questo misticismo filosofico o di questo panteismo poetico, e lasciando stare la questione s'ei possa divenir mai fondamento saldo della critica e della estetica o condizione unica dell'arte, certo è che esso esulta potente nella poesia in generale dello Schiller e che Gli Ideali particolarmente, composti nell'estate del 1796, sono una poesia, anche nella significazione individuale, molto nobile. Fu da più d'uno fatta italiana, e con armoniosa larghezza da Andrea Maffei; ma, se ai lettori non spiaccia, io terrei a rappresentare in nuda prosa la potenza, non forse senza difetti, della composizione tedesca.
Tu vuoi dunque partirti, infedele, da me con le tue leggiadre fantasie? tu vuoi con le tue pene, con le gioie, con tutto, inesorabile, fuggire? Nulla dunque può indugiarti fuggente, o età dell'oro della mia vita? In vano! le tue onde si affrettano giú al mare dell'eternità.
Sono spenti gli allegri soli che rischiararono il sentiero della mia gioventú; svaniti gli ideali che un tempo mi facevano sobbalzare il cuore inebriato; è sparita la dolce fede in esseri che i miei sogni aveano partoriti: preda alla rozza realità ciò che un tempo fu cosí bello, cosí divino.
Come un giorno Pigmalione abbracciò con súpplici desidèri la pietra fin che il sentimento traboccò nelle fredde guance del marmo infiammando; cosí io con giovanile talento avvolsi le braccia dell'amor mio intorno alla natura fin che ella cominciò a respirare, a riscaldarsi sul mio petto di poeta,
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