Pagina (159/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Beviam, o Dori, godiam, ché il giornoPresto č al ritorno, presto al partir:
      Di giovinezza godiamo il fiore,
      Sian l'ultim'ore tarde a venir...
     
      Versa, Fiammetta, vezzosa figlia,
      Quella bottiglia di vin clarč:
      Duchi e regnanti or non vogl'io,
      Ma sol, ben mio, brindisi a te....
     
      Oh come, o bella, l'ardor dei viniPiś corallini tuoi labbri fa!
      Bacco vi stilla soave umoreDi un tal sapore che Amor non ha...
     
      Altri versi del Rolli mostrano qual canzonier popolare sarebbe egli riuscito in tempi migliori: di rado, salvo forse in qualche aria del Metastasio, la facilitą scorrente e sonora dei settenari ebbe una intonazione corale piena e colorita come in queste strofe qui:
     
      Compagni, Amor lasciate:
      Sofferto io l'ho abbastanza:
      Č pien di stravaganzaE di difficoltą.
     
      Troppo il suo ben si stenta;
      E quando poi s'ottiene,
      In un momento vieneE in un momento va.
     
      In buona compagniaUn fiasco di sciampagna,
      Che i labbri e il cor vi bagnaCol vivo suo liquor,
     
      Smorzata pria la fiammaD'ogni penoso affetto,
      Pone la gioia in pettoE l'allegria nel cor.
     
      Individuale in vece, ma di movimento lirico piś intimo, e spumanti come il buon vino, queste altre:
     
      Un vaso cristallinRipieno di buon vin,
      Numi immortali!,
     
      Č don celeste in ver,
      Se apporta col piacerL'oblio dei mali.
     
      Nel compiacermi in teSon come il tuo gran re,
      Vin di Borgogna.
     
      Ripien del tuo vigorD'aver quant'ama il cor
      La notte sogna.
     
      Oh come č bel mirarLa spuma che in versar
      Gorgoglia fuora,
     
      E in un istante ancorLo spirto del liquor
      Che la divora62!
     
      Ma chi volesse vedere un saggio o un cenno o un esempio del come sarebbe riuscita la canzone convivale nel vero sentimento popolare italiano, gli bisognerą ricorrere a un marchese erudito, a un marchese tragico, a un marchese che sapeva di latino, di greco, di ebraico, di tedesco, e volea sapere, credo, anche di etrusco, al marchese Scipione Maffei.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





Dori Fiammetta Amor Rolli Metastasio Amor Borgogna Scipione Maffei