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      Col Seicento, direi, incomincia la strofe di quattro versi baritoni (piani) a rima alternata; e fu molto felicemente, per l'effetto musicale, introdotta nei cori dell'Euridice dal Rinuccini:
     
      Cruda morte, ahi pur potestiOscurar sí dolci lampi.
      Sospirate, aure celesti;
      Lagrimate, o selve, o campi...
     
      Fiammeggiar di negre cigliaCh'ogni stella oscuri in prova,
      Chioma d'ňr, guancia vermiglia,
      Contr'a morte ohimč che giova?
     
      L'Appennin nevoso il tergoSpira gel che l'onde affrena,
      Lieto foco in chiuso albergoDolce april per noi rimena.
     
      Quand'a' rai del sol cocentePar che il ciel s'infiammi e'l mondo,
      Fresco rio d'onde lucentiTorna il dí lieto e giocondo.
     
      Ben nocchier costante e forteSa schermir marino sdegno...
      Ahi fuggir colpo di morteGiŕ non val mortal ingegno69.
     
      E fu popolare nelle canzoni di quel secolo: graziosissima, e caratteristica, anche per il costume, questa:
     
      Monicella mi farei,
      S'io pensassi esser accetta:
      Et il nome ch'io vorreiSaria Suor Bell'Angioletta.
     
      Vorre' aver le tonicelleDi saietta milanese
      E le bende bianche e belleCo i soggňli alla franzese,
     
      Il bavaglio largo e fine,
      La cintura lunga e stretta,
      Con le belle forbicineIl coltello e la forchetta.
     
      Quando poi fossi chiamataDa parenti o da stranieri,
      Verrei presto a quella grataDove io stéssi volentieri;
     
      E con dolci paroline,
      Col tener la bocca stretta,
      Direi mille cosellineDa fermar chi avessi fretta70.
     
      Continuň nel Settecento, adattandosi alla descrizione e alla narrazione nelle poesie degli Arcadi.
      Ecco una descrizione assai garbata del Frugoni:


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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