Ve' che spiaggia, ve' che sponda,
Dove pace signoreggia!
Che bell'aer la circonda!
Che bel mare al pič le ondeggia!
Lą son antri ove tra i viviSassi l'edere tenaci
Van serpendo, e qui son riviD'acque gelide fugaci.
Lą di cento alberi folteSon lietissime selvette,
Qui son piani, e lą son cólteRilevate collinette71.
Del Parini ecco una narrazione, che ha gią qualche atteggiamento da ballata romantica:
Ne le fasce ancor lattanteLe sdentate donnicciuole
L'alma debole incostanteMi nudrīr d'assurde fole.
Io da lor narrar m'udķaCome spesso a par del vento
Van le streghe in compagniaDe' demņni a Benevento,
Come i lepidi follettiDi noi fanno e gioco e scherno
E gli spirti maledettiA noi tornan dall'inferno.
Con la bocca aperta e gli occhiE gli orecchi intento io stava,
Mi tremavano i ginocchi,
Dentro il cor mi palpitava.
Al venir de le tenébreM'ascondea fra le lenzuola;
Quindi un sogno atro e funébreMi troncava la parola.
Non di meno al novo giornoObliavo i pomi e il pane,
A le vecchie io fea ritornoE chiedea nuove panzane72.
Non č se non uno svolgimento di cotesta prima la strofe di sei versi, che aggiunge, cioč, ai primi quattro una coppia a rime baciate. Piś larga, ricorda un po' l'antica ballata.
Maggio, onor di primavera,
Oggi nasce in grembo a' fiori:
Spira l'aura lusinghiera,
Scherzan lieti i nudi amori:
Con dolcissimo dilettoRide e canta ogni augelletto
č una maggiolata del secolo decimosettimo, semipopolare73. Tale strofe riprese bene il Chiabrera, nelle odi ad Amarilli, tra descrittive e narrative.
Vieni almen per trarre un'ora
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Parini Benevento Chiabrera Amarilli
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