Tutta lieta e dilettosaQui vermiglia esce l'aurora,
Qui la terra è rugiadosa,
Qui trascorre onda d'argento,
Qui d'amor mormora il vento.
Mirerai rive selvagge,
Chiusi boschi, aperti prati,
Spechi ombrosi, apriche piagge,
Valli incólte e colli arati:
Che dirò di tanti fiori?
Fior che dan cotanti odori?
I nevosi gelsomini,
Le vïole impallidite,
Gli amaranti porporiniDi beltà movono lite;
Ma la rosa in su la spinaSta fra lor quasi regina74.
Dal Chiabrera l'ebbero il Frugoni e gli Arcadi, e l'abbiosciarono. Da essi la liberò il Parini; e la racconciò nel Parafoco75, la rialzò nell'Impostura imprimendole impeti nuovi e nervosi, e pur lasciandole un po' della popolare pianezza. Il Monti in poesie rivoluzionarie e imperiali la fece squillare a battaglia76. Il Manzoni la fece parere un'altra, aggiungendole un tronco, nella Resurrezione, che è delle sue poesie meno eguali e forse meno corrette ma piú originalmente liriche.
Perdonino i liberi e profondi ingegni queste chiacchiere su' metri, troppo lunghe e minute: ma senza conoscere la storia della metrica, poco fin ora o nulla curata in Italia, si potrà benissimo fare molta retorica inspirata e chiamarla poesia o critica, ma non s'intenderà mai Io svolgimento organico e lo spirito della lirica, non si discernerà quello che sia da innovare o modificare e quello che giovi meglio lasciar morire.
Tornando al Parini e all'Impostura, comincia con un'entrata molto franca in mezzo alle cose [1-6].
Venerabile Impostura,
Io nel tempio almo a te sacroVo tenton per l'aria oscura;
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