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      Ma... c'č un ma, che gli fa molto onore.
     
      Mente pronta e ognor feraceD'opportune utili fole
      Have il tuo degno seguace,
      Ha pieghevoli parole;
      Ma tenace e quasi monteIncrollabile la fronte.
     
      Ma bravo l'abatino! In mezzo a tanti
     
      ....................... marches,
      Marchesazz, marcheson, marchesonon,
     
      questa č una bella scappata. Che ne dirą ella la padrona, la duchessa Maria Vittoria Serbelloni? Prima di tutto, donna Vittoria era una signora molto per bene e spregiudicata, che stimava per quel che valeva l'orgoglio della nobiltą milanese: e poi l'abate era per la parte sua uomo da tener duro anche con donna Vittoria. L'anno dopo la recitazione di quest'ode il Parini si trovava in campagna a Gorgonzola con la duchessa e col maestro San Martino, adorato allora in Milano per il dio della musica. La figliuola del San Martino voleva tornarsene in cittą: la duchessa non voleva che tornasse, e le menņ un par di schiaffi. Che fa il Parini? Il Parini pianta la duchessa, e accompagna lui la ragazza a Milano. «J'ai dū me défaire - scriveva poi la duchessa al figliuolo - de l'abbé Parini ą cause qu'ą Gorgonzola il m'a fait une tracasserie bien grande»78. Il terzo stato s'annunziava non soltanto in poesia.
      Segue una strofe cosķ cosķ, della quale il poeta non potea far di meno per congiungere imagini e ragionamenti. E un danno per altro che in tali o ricongiungimenti o passaggi il Parini, o piś generalmente i lirici moderni, abbiano a spendere strofe intere; mentre la lirica antica e la popolare n'esce con un colpo d'ala.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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