Meglio, per nozze in Mantova della marchesa Teresa Castiglioni, espose in dodici sonetti una Galleria di donne illustri; nella quale a una greca o romana fa regolarmente riscontro una barbara, Maria d'Austria a Cornelia madre dei Gracchi, Cristina regina di Svezia (non senza meraviglia, penso, di tutt'e due) a Veturia. Meglio ancora, per le stesse nozze, verseggiņ in trentacinque sonetti, prima e con piś spirito che i poeti della raccolta bolognese per il Lambertini, Le nozze secondo i riti degli antichi: de' quali sonetti alcuni sono, per raffigurazione plastica, belli. Ai nostri vecchi piaceva piś di tutti quello che descrive il sacrifizio:
Questo bosco e quest'ara a te consacro,
Santa madre d'Amor, Venere bella:
Ecco intorno al pietoso simulacroL'amaraco, la persa e la mortella:
Ecco il sal puro, ecco il lustral lavacro,
La candida odorifera facella,
E il coltel che, compiuto il rito sacro,
La bianca sveni ed innocente agnella.
Or cinta il crine dell'idalie roseVieni, e del nume tuo spargi l'altare.
Bella unitrice de le belle cose;
Ché coppia non vedrai d'alme piś chiare,
Se non riede il garzon che in duol ti pose,
Se non torni tu stessa a uscir del mare.
Ma per graziosa agilitą nelle mosse forse che non gli cede questo, che č la presentazione e la preghiera della sposa al tempio di Giunone:
Cinge il ceruleo manto, il capo infiora,
Riveste il breve pič, vela le cigliaLicori; e il piede e il velo a lei colora
La diletta a Giunon vaga giunchiglia;
E al tempio della dea, cui Giove onora,
Pensosa e taciturna il cammin piglia;
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