E ovunque move, la ridente aurora,
Ch'esca dal balzo orļental, somiglia.
Al sacro limitar ferma le piante,
E il pio ministro, che per man la prende,
La riconforta e guida all'ara avante.
Lą le supplici palme al cielo tende,
E mostra agli atti e alle parole santeChe di lą solo ogni soccorso attende.
E per animata veritą storica puņ anche piacere quest'altro che rappresenta l'entrar della sposa nella casa del marito secondo la costumanza romana:
Chi sei? - Caia son io. - Vieni, e seguaceGaudio in questo ti sia nuovo soggiorno - :
Dice il custode, ella risponde, e paceSpira dagli occhi e dal bel viso adorno.
Fregia l'uscio di bende, e con sagaceMan l'olio versa a' cardini d'intorno:
Pronto č il fanciullo per ghermir la face,
Che non rapita le sarķa di scorno:
Entra, donna immortal, ma deh! che il saggioVirginal piede il limitar non tócchi:
Sai qual alto n'avresti un giorno oltraggio.
Ma gią in meno che stral d'arco si scocchiLanciossi entro la soglia, e al suo passaggio
I cardini si alzār, benché non tocchi86.
Sonetti nuziali parecchi scrisse il Cesarotti, con la solita pretensione filosofica, e nel fatto declamando con molto barocchismo di lingua e di stile. E pure il Leopardi li ricettņ in quella sua Crestomazia, che pare un ospitale di storpi o una sala di pezzi anatomici della poesia italiana. Che sugo c'č, si domanda, a mettere fra le cose utili ad apprendere de' versacci di questo conio?
Era un bosco la terra: ivano a squadreGli uomini errando e si mescean quai fere:
Sceso Imeneo da le celesti sfere
| |
Cesarotti Leopardi Crestomazia Imeneo
|