Lo sposar vaga donzellaChe d'amor giŕ ne ferí.
In quel giorno i primi affanniCi ritornano al pensiero
E maggior nasce il piacereDa la pena che fuggí.
Pare il cňro della Sonnambula.
La strofe di quattro ottonari a rime barítone e ossítone (piane e tronche), usata prima, credo, dal Rinuccini, risponde meglio alla concitazione patetica ed entusiastica; cosí nell'elegia del Rolli, prima poesia imparata a mente da Goethe fanciullo,
Solitario bosco ombroso,
A te viene afflitto cor,
Per trovar qualche riposoFra i silenzi in questo orror95,
come nell'epinicio del Monti, tanto caro ai nostri padri,
Bella Italia, amate sponde.
Pur vi torno a riveder!
Trema in petto e si confondeL'alma oppressa dal piacer96.
La strofe doppia o geminata, composta cioč di due strofe di quattro versi collegate fra loro per una rima barítona e una ossítona (piana e tronca) combacianti nel principio e nella fine, si presta meglio al periodo poetico e al periodo armonico, allo svolgimento lirico e al coro. Questa elesse il Parini per la sua ode nuziale, e primo l'aveva usato il Rolli.
Nel partir dal patrio suoloCon amor pur meco viene
La memoria del mio beneChe m'č forza abbandonar.
A Partenope me 'n volo,
Indi solco il mar tirreno;
E afferrando il tosco senoRendo grazie a' dči del mar97.
E al movimento franco rapido allegro del metro risponde nelle Nozze del Parini la cordiale movenza interna dell'ode e la intonazione spontanea, quasi direi popolare. Non miti né simboli, non archeologia né filosofemi, non allegorie non mitologie non pastorellerie; ma in quattro versi la sera delle nozze, e súbito appresso, con un bell'accorgimento di passaggio, lo svegliarsi degli sposi la dimane della notte nuziale.
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