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      Può essere che da alcuno o da piú degli epitalamii di Saffo ritragga il carme di Catullo per le nozze di Tito Manlio Torquato con Vinia Aurunculeia di nobilissime famiglie romane negli ultimi tempi della repubblica. Imitazioni dal greco certe, almeno di luoghi conosciuti, non pare vi sieno; se bene è vero che abonda di imagini e memorie e forme greche, massime nella prima parte, e greca è la invocazione a Imeneo, dove i romani chiamavan Talassio; ma tutto il carme è anche una perfetta rappresentazione di tutti quasi i riti delle nozze romane. A ogni modo le forme della religione greca sono cosí amicamente conciliate alle romane costumanze, e la vita del momento è còlta cosí in accordo alle relazioni eterne della famiglia e della patria, che quel carme resta ammirabile non solo tra le fantasie pittrici piú graziose e pure che la poesia latina lasciasse, ma fra i piú bei monumenti della classica antichità.
      Il rito delle nozze romane, né anche ai dí nostri sparito affatto dagli usi delle popolazioni italiche particolarmente montigiane e isolane, era una poesia per sé stesso, rinnovando in una quasi drammatica raffigurazione le origini e tradizioni epiche della famiglia e del giure gentilizio. Tale rappresentazione Catullo descrive tra da poeta e da sacerdote, ancora vate; la descrive in un carme a strofe brevi e animate, di semplice e abile disegno, che è pur esso un piccolo dramma svolgentesi insieme col maggiore in un monologo variato d'inni e di cori.
     
      La sposa, pettinata fin dal mattino alla foggia delle Vestali con la punta dell'asta celibare, ferro già tinto nel sangue, che segnò il solco alla raccolta capigliatura; coronata di maggiorana o di verbene o di altre erbe raccolte di sua mano; velata il capo, la chioma, tutto il viso, nel roseo flammeo; fatta la confarreazione, nella quale, alla presenza del pontefice del flamine e di dieci testimoni, dopo il sacrificio, partí con lo sposo il pane del farro sacro; aspetta la sera.


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Conversazioni critiche
di Giosuè Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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