» Eccone gli argomenti e i titoli: nel '95, A Dante, La verità, Il sacrificio o L'olocausto (allo Scevola: per nuova messa), La campagna (al Bertòla), In morte del duca G. C., L'ingordigia o L'avarizia, L'incontentabilità, I destini, Ai regnanti (qui - notava il poeta - l'inquisitore fa foco), L'adulazione (al Parini), All'Italia: nel '96, I Grandi, A mia madre, La musica (all'Ansani), Robespierre (ne fece poi in cambio una cantica), Il mio tempo. E a questa serie si lega l'ode Ai novelli repubblicani composta e pubblicata nel 97. Il Chiarini ritrovò e ha pubblicato le intitolate A Dante, La verità, La campagna, In morte del duca G. C., Ai novelli repubblicani.
La campagna è dei soliti pasticcetti gessnero-bertoliani. Quella su la morte del duca spira furori biblici contro gli empi. Nelle altre si sente la lettura del Parini, dell'Alfieri, del Mazza, ma senza rimembranze; e certe imagini profetali e certe forme quasi dantesche e piú le imitazioni di Young e di Ossian sono in viscida mescolanza impastate con la fraseologia filosofica sentimentale e democratica di quella età. Singolari per audacia di grottesco certi impeti e certe mosse. Al Bettinelli, cui piú tardi mandandogli i Sepolcri dovea salutare padre e maestro, nell'ode a Dante augura questo:
Pera!...
La lingua succida (sic)
Costui nutra nel sangue,
E per delfici lauriGli accerchi invece un angue,
Sanie stillante infesta,
L'abominevol testa.
La Verità principia cosí:
Sino al trono di Dio
Lanciò mio cor gli accentiChe in murmure tremendo
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