O sera! E quando ti corteggian lieteLe nubi estive e i zefiri sereni:
ed è delle non poche novità da lui portate nella lingua poetica.
Prima de' diciannove anni il Foscolo faceva e volea fare pur troppo anche de' poemi e delle cantiche; uno per esempio, che descrivesse la storia del cristianesimo nientedimeno che dal principio alla fine del mondo; e il Genio, in tre canti di versi sciolti (Canto primo, Il Genio universale: Canto secondo, Il Genio nelle scienze: Canto terzo, Il Genio nelle arti); e Il Piacere, canti tre in terza rima; e súbito dopo Il Robespierre, o, come scriveva egli, Il Roberspiere, canti tre pure in terza rima. Per fortuna, di cotesti poemi non ci resta nulla; se non l'occasione a notare come di simili trattazioni didascaliche e filosofiche l'esempio venisse dalla poesia inglese d'allora e avesse anche sedotto in età piú matura e già padrone dello stile quell'altro greco ingegno di Andrea Chénier: le cantiche poi dovevano essere d'ispirazione montiana. Lo fan supporre due poemetti che, fuori dei registrati nell'indice, furono stampati: La Croce, canto in terza rima pubblicato del '96 per monaca, e La Giustizia e la Pietà, canti due in versi sciolti con un coro rimato, pubblicati del '97 per S. E. Angelo Memmo che lasciava la reggenza di Chioggia.
La Croce mostra anche montiano del tutto l'impasto dello stile e l'andare della verseggiatura: ci sono terzine ormate evidentemente su altre del Pellegrino apostolico, qualcheduna non però senza grazia:
Tremante allor, con luci timorose,
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