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      Finalmente, la poesia bucolica, sorgendo sempre di mezzo a un'etą raffinata, aspira e prosegue almeno esteriormente l'idealitą d'una vita semplice e pura, che essa cerca di restaurare nella rappresentazione dell'idillio: indi l'espressione o l'atteggiamento sentimentale, che vedesi a pena in Teocrito, si rileva in Virgilio, cresce poi sempre fino alle caricature di Gessner.
      Con Virgilio il poeta entra personalmente nella rappresentazione bucolica, e v'introduce argomenti e trattazioni che paiono meno acconci a quel genere. Il che non solamente Virgilio fa esponendo con molta poesia nel Sileno un sistema filosofico e dei mitici colori adornando nella quarta ecloga e nella decima l'ambizion di Pollione e l'amicizia di Gallo, ma anche nei colloqui e nei canti e nelle querele de' pastori adombra e ritrae i tristi effetti delle guerre civili e i lieti delle riparazioni di Mecenate e Ottaviano. E chi puņ risolutamente negare che il Dafni della quinta sia Cesare?
      Tale passņ Virgilio co' suoi imitatori Calpurnio e Nemesiano al medio evo; all'etą vaga dell'oscuro e del sottile, all'etą mistica e scolastica piacendo sopra tutto per ciņ ch'ella credea vedere e intravedere nelle figure dei pastori e sotto i veli dell'allegoria. Cosķ l'accademia carolina del secolo ottavo, che prima dié l'esempio d'imporre nomi etnici a persone cristiane, e le sue erano tedeschi o britanni, mandava con Angilberto Omero ecloghe-epistole all'onor di Carlo e di Pipino, cantava con Alcuino Flacco cuculi e Coridoni allegorici, cantava con un Nasone in due proprie ecloghe virgiliane l'alto Palemone che dalla rinnovata Roma domina i regni; e solo in un Conflictus veris et hiemis, o del venerabile Beda o di un discepolo d'Alcuino che sia, trovava l'accomodamento della natura e della tradizione germanica con la forma latina.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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