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      Bruco, burlandosi di Orindio che si contentň de' fiori regalatigli da Euridice, si mette a merendare al fresco: sopravviene Fantasia, ed egli lo invita: dopo mangiato, giuocano a dadi, fan questione, si bastonano. Ed čccoti Diversa, pur supplicando a Fantasia che l'ami. Questi la ributta; noiato ancora, la lega a un albero e se ne va. Diversa cosí legata si lagna, riconoscendo la potenza di Amore e consigliando le donne a non rinnegarlo o provocarlo. Apparisce esso il dio, per ammonire con un bel sonetto caudato i suoi dispregiatori additando Diversa, e súbito sparisce. Ma ella si raccomanda a un viandante, Scarpina, che la scioglie: questo in ottave: la liberata se ne va, sentenziando ancora, in terzine, della potenza d'Amore. Da ultimo viene Orindio cercando Euridice. Viene anche Bruco cantando uno strambotto. Orindio lo prega d'aiutarlo a cercare Euridice. Bruco gli promette indicazioni, pur che gli regali un mantello. Ma sopravviene Euridice, ed essa e Orindio si giurano amore. Tutto ciň in terzine, prima sdrucciole quando č puro dialogo tra i due amanti, piane di poi. Intanto Bruco séguita a chiedere il mantello in strofette ternarie di serventese. Una canzonetta, riassumendo l'argomento, conchiude quest'ecloga: nella quale il contrasto fra l'aspirare e il fuggire le gioie dell'amore e l'episodio della ninfa legata all'albero si direbbero un presentimento di favola pastorale: ma l'apparizione di Cupido la torna alla rappresentazione, e la materialitŕ de' villani l'arresta alla commedia rusticale: č insomma un'ecloga mista, ricca di rime diverse, con notevoli accenni, ma senza svolgimento.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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