La fiorentina Silvia, «commedia pastorale» di Fileno Addiacciato, del 1545,(46) riporta, dove e quando meno ce l'aspettiamo, a quel dolce lume di toscana eleganza che fu il Firenzuola, ed a Prato. Ove fermata dimora circa il 1539 messer Agnolo(47) compose i dialoghi delle belle donne e fondň l'accademia dell'Addiaccio, tolto il nome dal recinto di corde entro il quale i pecorai raccolgono il gregge la notte: accademia, i cui soci pigliavano abito e nome di pastori, eleggevano a reggerli un archimandrita, e partivano il tempo per olimpiadi, anticipando l'Arcadia del Crescimbeni e travestendo in effetto quella del Sannazzaro. Esso Agnolo aveva recitato all'Addiaccio il suo Sacrificio pastorale, larga imitazione della preghiera del sacerdote a Pale dalla terza prosa di quell'ultima Arcadia: imitazione mescolata di prosa e versi, ove il procedimento della prosa atteggiasi cosí vario e vivo e i tócchi delle funzioni de' personaggi sono sí recisi che fanno pensare a una declamazione rappresentativa;(48) e l'orazione e le ammonizioni del sacrificatore in endecasillabi sciolti, con frapposte poche graziose strofi rimate, paiono accennare a ciň che sarŕ la elocuzione e verseggiatura della favola pastorale. Ma il Sacrificio del Firenzuola č scrittura elegante, che si puň facilmente trovare e comodamente leggere; e i nostri eruditi, per far novitŕ, han bisogno di documenti brutti e polverosi.
Non bella, e polverosa la sua parte, č la Silvia che ho a mano. Le va innanzi un prologo in versi sciolti tra Epivolo pastore addiacciato di Prato e un accademico affumato di Padova.
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