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      La verseggiatura č di terzine sdrucciole ne' dialoghi, di endecasillabi sciolti nei monologhi, di ottave piane o sdrucciole in alto stile polizianesco o in istil rusticale mediceo secondo il grado dei dicitori o della commozione, di canzoni e canzonette. – Atto primo. Fileno si lagna d'amore, Silvicola provasi a confortarlo (terzine): lasciato solo, lo compiange, quand'esce Murrone gridando al lupo; e se ne vanno insieme (ottave). Su la scena vuota scendono Venere e Cupido, consigliandosi del come piegar Silvia all'amore (ottave). – Atto secondo. Ma Silvia non ha bisogno d'esser piegata: ella s'avanza ardente d'amore per Panfilo (ottave). I due s'incontrano con dolci parole (ottave e strofe). Suona un corno: č quel di Diana, e Silvia rinselva (ottave). Panfilo scrive una canzone di letizia sur un arboscello, e se ne va (ottave). Sopravviene Murrone con l'intenzione nientemeno che d'assassinare frate Apollonio, romito: ma non trova il terren morbido, e caglia. Il romito rimasto solo brontola delle osservazioni morali (in versi sciolti). – Atto terzo (in ottave). Rientra Silvia, dolente e dubbiosa del non vedere l'amato. Murrone le dice galanterie rusticane, al che ella risponde male e si ritira. Sopravviene Panfilo, a cui Murrone con parole indeterminate mette sospetto di Silvia: egli duolsi (strofe). Ecco Silvia, ed essa e Panfilo scambiano rimproveri e proteste; con gran divertimento di Murrone. – Atto quarto. Panfilo si lagna d'amore con intonazione lirica in versi sciolti.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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