Lidia intanto cŕpita nel bosco dolendosi del marito vecchio, e vuol darsi, dice lei, al primo che incontri per quelle strade. Ecco Silvan: ma ella gli fa la ritrosa perché maritato. Sopravviene Filena; e beata delle sue gioie amorose promette a Silvan di conciliargli Lidia. Ci riesce facilmente, e lo manda su in casa da lei, ché il vecchio č fuori. L'ecloga finisce volgendosi alle donne, che piglino esempio e si conducano come Filena e come Lidia. Io mi meraviglio che nell'autore di cotesta ecloga, molto piú oscena e svergognata di certe commedie fiorentine d'allora, altri abbia immaginato di vedere un precursore del Tasso e del Guarino. Rinfocolamenti a me paion cotesti d'amorazzi militareschi nel veterano del De Leva.
Le «giocose moderne e facetissime ecloghe pastorali, sotto bellissimi concetti, in nuovo sdrucciolo, in lingua materna» per Andrea Calmo, un veneziano semi-poeta e semi-popolare, furono nella seconda metŕ del secolo decimosesto stampate e ristampate piú volte.(52) Il metro č di endecasillabi sdruccioli al solito, ma sciolti di rima, che aggruppati a tre a tre simulano la terzina: un accomodamento tra l'ecloghe del Sannazzaro e le commedie dell'Ariosto. Lingua materna č l'italiano comune; solcato di dialetti, veneto, veneto-stradioto, veneto-dalmatino o schiavone, pavano e bergamasco; come nelle commedie del Ruzzante. Ci sono i pastori giovani, da' bei nomi classici, Lucido, Lavino, Silvano; ma ci sono anche i pastori vecchi paesani, Grítolo di Burano, Tégola di Torcello, Cornisiol di Bergamo, brava gente che parla sul serio di fare il pastore come d'un mestier comodo e da persone ben allevate, con le loquele rese immortali da Pantalone, da Brighella, da Arlecchino.
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