Fu di nuovo rappresentata per nozze principesche a Sassuolo e a Ferrara, trentatre anni dopo, nel 1587; e questa ripresa, in cui recitň anche Battista Guarini, attesta la riconoscente stima che fin dopo i trionfi dell'Aminta e del Pastor fido si aveva a quel superstite autore della prima favola pastorale. Agostino Beccari, nato in Ferrara poco prima del 1510 e morto nel 1590, fu uomo, dissero, di non esquisite lettere ma di fecondo e felicissimo ingegno. Non esquisite lettere, per quei tempi: ma in alcune parti della sua favola l'imitazione dall'ecloghe latine e da Ovidio č opportuna ed elegante. La scena č in Arcadia. Črasto ama Callínome ninfa di Diana, non corrisposto: Carpalio ama Melidia riamato, ma č contrario un fratello di lei: Turinio ama Stellina, che, lasciatolo, segue Črasto. Questi tre amori, con l'intromissione di un satiro che cerca per inganni goder quelle ninfe e n'č sempre schernito, nell'occasione delle feste e del sacrifizio di Pan, pervengono, con varietŕ e novitŕ gradevole d'episodii, a termine felice. Il dialogo č in versi sciolti: rimati a strofe i canti dei pastori e delle ninfe e l'inno del sacerdote a Pan. V'č un prologo, nel quale fin dal principio l'autore annunzia:
Una favola nova pastoraleCh'altra non fu giammai forse piú udita
Di questa sorte recitarsi in scena;
sebbene non dissimuli di aver veduto l'Egle del Giraldi, introducendo il pastor Turinio a dire d'una sua cňppa,
In cui si vede il grand'amor di Pane
Con Siringa e quel d'Egle con Sileno.
Con questa triplicitŕ d'amori e quasi d'azioni, con questo dialogo finalmente regolare in versi sciolti, mediocri ma culti, con questi inni e questi canti rimati, siamo lontani ma lontani assai, mi pare, dall'ecloghe non pure aretinesche del Caccia e veneziane del Calmo; ma e dalle toscane rusticali e dalle miste.
| |
Sassuolo Ferrara Battista Guarini Aminta Pastor Beccari Ferrara Ovidio Arcadia Callínome Diana Carpalio Melidia Turinio Stellina Pan Pan Egle Giraldi Turinio Pane Siringa Egle Sileno Caccia Calmo Agostino
|