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      In Ferrara, se non surse la prima tragedia classica in versi sciolti, fiorí con sistema estetico preordinato, occupando piú che un decennio, dal 1541 al 1554, il teatro tragico in versi sciolti di G. B. Giraldi. E il Giraldi nel 1545 con l'Egle e poco di poi con l'altra opera che ora è frammento, produzioni di pura idea classica, aprí la carriera alla favola pastorale, che slanciatasi nello stadio col Sacrificio del Beccari (1554), toccò la mèta con l'Aminta del Tasso (1577), fu coronata col Pastor fido del Guarini (1581). Alla favola pastorale, dunque, nata, cresciuta e venuta alla somma perfezione in Ferrara alla corte estense, diè gli esemplari della sua doppia forma pur il teatro estense: per la mediocrità famigliare e per la giocondità, la commedia: per la passione, per l'elocuzione piú sollevata, per la lirica dei cori, la tragedia. E tra i due generi creduti rinnovare di su l'antico, questo, misto e composito, e per la novità sua, e per la rispondenza alle idealità dei tempi, e per il valore dei poeti che lo sollevarono, T. Tasso e B. Guarini, apparí e divenne il piú originale e vitale, il piú efficace e fecondo.
     
     
      STORIA DELL'AMINTA
     
      I
     
      Belvedere, poco lontan da Ferrara, in un'isoletta distendentesi quasi un miglio per mezzo al Po di sopra il ponte del vetusto Castel Tedaldo, fu negli anni felici della signoria estense luogo di delizia celebratissimo: ora n'è perito anche il nome. Alfonso I finí di comperare il terreno l'anno 1514,(76) e circa il 1520 l'avea fatto murare, edificare ed ornare come il suo storico e poeta G. B. Giraldi Cinthio prima narrò.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuè Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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