Era cosķ vago ed ameno questo luogo per lo sito e per l'aere puro del Po, ch'Agostino Steuco nel primo della sua Cosmopeia ebbe ardire di paragonarlo e anteporlo al paradiso di Moisč: a cui sottoscrive fra' Leandro Alberti nella sua Italia; e prova parimente il Maustero nella sua Geografia, dicendo, com'č vero, che a chi si partiva da lui lasciava un particolar desiderio di ritornarvi.)(81)
Cosķ scriveva Agostino Faustini, poco dopo che nella quaresima del 1599 la furia di Clemente VIII, per porre sul collo ai mal lusingati Ferraresi una fortezza, fece distruggere Castel Tedaldo che fu prima della contessa Matilde e la delizia di Belvedere che avea veduto i bei tempi d'Isabella e dell'Ariosto, fece distruggere i palagi dei Constabili e dei Varano, e tutto il borgo e colle di San Giacomo ove abitavano a quei di piś di seimila persone. Belvedere l'aveva avuto il giovine e bel cardinale Aldobrandini dalla vecchia duchessa Lucrezia in ereditą con tutto il suo, e prima della distruzione lo vendé alla Camera Apostolica per quindicimila scudi. E dire che il povero Bonghi, tanto per contraddire, mi sosteneva, a proposito del Tasso, legittima e onesta cosa il brigantaggio ecclesiastico sopra gli Estensi a Ferrara. Torno in argomento.
Nell'isoletta e nel palazzo di Belvedere, a' 31 luglio del 1573, da una compagnia di comici dell'arte che s'intitolavano i Gelosi, famosa poi in Francia e per gli Andreini, allora istrutta e preparata alla recitazione da Torquato Tasso in persona, giovine di ventinove anni, fu rappresentata la prima volta, in cospetto di Alfonso II e della corte, l'Aminta.
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