1] gloriato come erede nientemeno che dell'Ariosto?
Or non rammentiCiň che l'altr'ieri Elpino raccontava,
Il saggio Elpino a la bella Licori,
Licori che in Elpin puote con gli occhiQuel ch'ei potere in lei dovria co 'l canto,
Se 'l dovere in amor si ritrovasse?
E 'l raccontava udendo Batto e Tirsi,
Gran maestri d'amore, e 'l raccontavaNe l'antro de l'Aurora, ove su l'uscio
Č scritto «Lungi, ah lungi ite, profani».
Diceva egli, e diceva che gliel disseQuel grande che cantň l'armi e gli amori
Ch'a lui lasciň la fistola morendo, ecc.
L'antro dell'aurora, sia detto di passaggio, č a punto una sala del castello di Ferrara (la chiamano di Leonora), nel cui soffitto risplende ancora la bella dea dipinta dal Dossi; e Batto č Batista Guarini, allora, prima delle gelosie per donne e per altro, grande amico del Tasso. Elpino poi č Giovan Battista Pigna (1529-1575), dotto in filosofia e medicina, oratore e storico ferrarese, e, ciň che piú monta, segretario prima d'Ercole II e ora d'Alfonso: interessava a Torquato, novellin cortigiano, di star bene con quell'uomo, il cui credito e la potenza erano in quegli anni appresso al duca grandissimi. Venuto a pena a Ferrara, il Tasso avea preso a corteggiare la signora Lucrezia Bendidio, molto ammirata per bellezza e spirito alla corte, e fece per lei di be' versi. Ma, ahimč, della gentildonna anche era innamorato il segretario, il quale altresí facea versi per lei: anzi, altro che versi, tutto intiero un canzoniere. Non eran belli di certo come quei del Tasso, ma erano, come chi dicesse, di su' Eccellenza.
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