E perché gli autori di cosí brutto furto súbito furono iscoperti e da gli sbirri fu data loro la caccia, essi, come in sicura franchigia, si ritirarono nella casa dell'Imitazione; onde dal bargello di espresso ordine di Apollo furono súbito estratti e vergognosamente condotti in prigione. E perché ad uno di essi fu trovato addosso il prologo di essa pastorale, conforme ai termini della pratica sbirresca, súbito fu torturato e interrogato super aliis et complicibus; onde il misero nella corda nominò quaranta poeti tagliaborse suoi compagni, tutta gente vilissima, e che, essendosi data al giuoco ed a tutti i brutti vizi, non ad altro mestiere piú attendono che a rubare i concetti delle altrui fatiche, facendo tempone, avendo in orrore il sudar ne' libri e stentar nei perpetui studi per gloriosamente vivere al mondo con le proprie fatiche. Il pretor urbano, usando contro questi ghiottoni il debito rigor delle leggi, li condannò tutti a troncar una capezza pegasea.
VII
Nell'età dell'oro per le accademie, l'anno 1698, il duca di Telese, Bartolommeo Ceva Grimaldi, leggeva all'accademia degli Uniti di Napoli un suo discorso intorno l'Aminta, trovando molto da ridire punto per punto su la favola e il costume, su la sentenza e l'elocuzione, e cominciando, m'imagino con un gran gesto della mano trinciante molt'aria all'intorno, Poeta poetae infestus. A que' giorni tutto era permesso ai titolati in Italia, e massime nel regno di Napoli. Nella stessa accademia, in altra adunanza, contrastando al duca, un padre maestro Baldassarre Paglia minor conventuale lesse anche lui un discorsetto latino (e il latino stava bene al frate, ma per l'Aminta!
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