Ve' come la ria sorte regge il mondo:
Ama Vaste Frodignisa tantoQuanto donna può amar gentil pastore,
E questi sdegna si vaga polcellaE si è messo ad amar me che l'ho in odio.
Veggo che a tormentarmi esce del boscoLa madre sua; e, se non che mi ha vista,
Io non l'aspetterei: ma saprà coseChe la distorneran forse da darmi
Piú noja. Ga. Dio ti salvi, bella figlia.
Onor di queste selve; e ti concedaQuel che piú brami il dio di questi boschi.
Ir.
Se quel che piú desiro e che piú bramoMi sia concesso, mio marito sia
Filisio che amo piú che gli occhi miei.
Ga.
Come Filisio? e perché non Vïaste
Mio figlio, che piú ti ama che non amaLa pecchia il fiore e l'agnellino il latte?
Ir.
Io vorrei pur che questo vostro figlioLasciasse di noiarmi e che attendesse
A custodir le sue greggie e ad amareChi l'ama e lasciar me, che non son mai
Per volger verso lui l'animo mio;
E segni tali ha già del mio volereChe dovria pur ristar di darmi noia.
Ga.
Figliuola mia; se tu ben conoscessiL'utilità e il ben tuo, tu muteresti
Pensiero e sdegnaresti chi tu or ami,
E sarebbe Vïaste l'amor tuo.
Filisio è, come sai, servo a Damone,
Se bene ei dica esser nepote suo;
E se ne vive alla mercede altrui,
E qualora si levi dal servireNon ha onde poscia aver latte né casio:
E il mio figliuolo ha la piú bella greggiaChe in questi paschi tenera erba pasca.
E, se bellezza amar si dee, sai? uomoNon fu sí bello mai fra questi campi.
Febo mentre d'Ammeto pascea in terraL'armento non fu [o] Adoni unqua si vago,
Che l'onor fu tenuto allor de' boschi.
Sembran le belle guancie un sangue, un latte:
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Vaste Frodignisa Filisio Vïaste Vïaste Damone Ammeto Adoni
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