- Io credo, signor Lowendal, che una fricassea di polli sia il migliore di tutti i cibi. Egli (avanzatosi già di tre passi tosto che udì la regina a pronunziar il suo nome), rispose con voce sommessa, serio, e guardandola fisso, ma col capo chino: Je suis de cet avis-là, Madame. - Tale, o Madama, è il mio parere. Detto questo, ei ritornò, tenendosi curvo, in punta di piedi e camminando all'indietro, al luogo dov'era, e 'l pranzo si terminò senza che si pronunziasse più parola.
Io ero fuori di me. Tenevo gli occhi fissi su quel grand'uomo, che pria non conoscevo se non per nome e pel famoso espugnatore di Berg-op-Zoom, e non potevo concepire come avesse egli potuto tenersi dal ridere, egli, maresciallo di Francia, a quella frase da cuoco, che la regina si era degnata d'indrizzargli, ed alla quale egli avea risposto con lo stesso serioso tono e con quella gravità con la quale in un consiglio di guerra avrebbe opinato per la morte di un uffiziale colpevole. Più vi pensavo, e più sentivo a venirmi meno la forza, che impiegavo per trattenere lo sbruffo del riso che mi strangolava. Guai a me, se non avessi avuto il vigore di trattenerlo! mi avrebbero preso per un solenne pazzo, e Dio sa cosa mi sarebbe avvenuto. Da quel giorno in poi, cioè per un intero mese che passai a Fontanablò, trovai ogni giorno in tutte le case dove andai a pranzo, la fricassea di polli che cuochi e cuoche componevano a gara, sostenendo che la regina avea detto il vero, ma che vero altresì era, che non v'era nella cucina francese piatto più difficile di quello.
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