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      Se il povero oltraggiato avesse preso il partito di pacificamente ingoiare l'amara pillola, tacendo o palesando la cosa a quella neutra torma d'oziosi che sfoggiano il freddo e vuoto titolo di comuni amici, avrebbe trovato in folla mediatori che, con l'apparenza del maggior zelo, si sarebbero impegnati di riconciliare i discordi; ma egli sapea qual era ordinariamente de' mediatori il costume: tutti per massima preliminare più favorevoli all'offensore che all'offeso; tale essendo la malignità dell'umana natura, che gode sempre del male avvenuto, ed è perciò portata sempre a favorire chi l'ha fatto, ridendo in sé di chi ha sofferto l'oltraggio e studiando di sminuirlo con sofistiche ragioni, sotto lo specioso pretesto del desiderio del bene della pace.
      Un vero amico d'un uomo oltraggiato, o lo aiuta a vendicarsi, o fa come fece il principe palatino di Russia, il deplora e lascia ch'ei faccia ciò che gli viene suggerito dal sentimento d'onore ch'egli ha, che non è dato ad alcuno l'indovinare di qual calibro sia. Il mediatore in generale fa sempre più o meno di ciò che l'offeso può desiderare. Un uomo che opera così non ha d'amico altro che il nome; nome che non merita quando pretende che l'amico voglia, non ciò che vuole, ma ciò che a parer suo dee volere, e che non si contenta di consigliare, ma, ergendosi, affetta superiorità di mire e di prudenza. Queste sono parole di Cicerone; e per questo le distinsi.
      Fattesi dall'oltraggiato queste riflessioni in tempo assai minore di quello ch'io ho impiegato a scriverle, si determinò a far molto.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





Russia Cicerone