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      Così a voi non riuscirà, tanto porrò ogni studio a tenermi bene in guardia, se mi feriste, che il pungermi leggermente la pelle, e quella poca quantità del mio sangue mi avrà sufficientemente lavato dalla brutta macchia con cui mi avete annerito. Ricordatevi, in somma, che mi avete dato la scelta dell'armi, che scelsi la spada, e che non voglio battermi che con la spada, e che ho il diritto di sostenervi che non dipende più da voi il rifiutarla.
      Post. - È vero, non posso negarlo: io non sono più in dritto di ritirare la mia parola; ma se vi domandassi ciò, come si domanda ad un amico un piacere?
      Venez. - Un piacere! Uomo barbaro!
      Post. - Sì un piacere. Ascoltatemi. Cominceremo il nostro duello con un buon colpo di pistola cadauno, e poi se vorrete ci batteremo alla spada a sazietà. Questo è il piacere che vi chieggo. Potrete negarmi un così tenue favore che vi domando?
      Venez. - Se è poi vero tanto fermamente, come mi dite, che questo vi paia un piacere, quello di contentarvi diventa un piacere anche per me. Sarete servito, ci manderemo entrambi un buon colpo di pistola; ma lasciatemi ridere, perché egli è di una specie che credo non abbia molto del voluttuoso. Vi prego intanto di portar con voi due pistole da duello, poiché io non ne ho che di corte.
      Post. - Porterò meco arme perfette. Mi avete sensibilmente obbligato. Vi ringrazio e vi stimo. Porgetemi la vostra mano. Verrete meco ed andremo a batterci con la più intera reciproca soddisfazione, e saremo poi buoni amici. Verrò a prendervi in punto all'ore tre dopo mezzogiorno.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65