Mi promettete voi di esser pronto?
Venez. - Vi prometto, signore, che non vi occorrerà nemmeno di salire queste lunghe scale. Mi troverete prontissimo.
Posi. - Tanto mi basta. Addio.
Tosto che il veneziano rimase solo, mise in pacchetto sotto sigillo le scritture che avea presso di sé importantissime; e, dopo aver ben pensato di qual persona gli convenisse servirsi, della di cui fede potesse credersi sicuro, si determinò a scegliere un veneziano maestro di ballo, dimorante allora in Varsavia, chiamato Vincenzo Campioni. Egli mandò a cercare quest'uomo e, consegnandogli il pacchetto, gli domandò s'era pronto a giurargli di eseguir fedelmente una commissione che a lui importava più della propria vita. Egli impegnossi. Il veneziano gli disse allora Se alla fine di questo giorno potete parlarmi, mi rimetterete questo pacchetto; se no, andrete a rimetterlo tra le proprie mani di S. M., e, se questa mia commissione vi fa in questo momento formare qualche sospetto, vi avviso che, se osate comunicarla a qualcuno, divenite verso di me un traditore e divenite il più atroce de' miei nemici. Quest'uomo, che sapea ciò ch'era avvenuto tra il veneziano e il gran panettiere nel giorno innanzi, e che l'avea per caso veduto quella stessa mattina uscire dalla di lui casa, s'immaginò che trattavasi di un duello. Egli temea molto per la vita del veneziano, ch'egli avea cagione di amare; e dipendea da lui l'andar tosto a riferire ogni cosa al sovrano, onde il conflitto non avrebbe avuto luogo, ed avrebbe allontanato dall'amico il pericolo di perder la vita o la libertà; ma così non oprò: se avesse così oprato sarebbe stato un vile, uno spergiuro, un poltrone, un traditore, insomma, un falso amico.
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Varsavia Vincenzo Campioni
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