Il colpo di pistola che gli diede Postòli il colse un pollice sotto l'umbelico: sdrucciolò la palla a fior di carne, lasciandogli una poco considerabile ferita che per altro suppurò per molti giorni ma che sul fatto non sentì, ed entrò nella sua mano sinistra nei muscoli del pollice, ed infrangendo la prima falange rimase dentro morta e schiacciata, come fu veduta quando il chirurgo per estrarla fu costretto ad aprirgli la mano alla parte superiore opposta.
Entrato nella slitta in virtù di un zecchino che diede al paesano che la guidava, si sdrajò e si fece coprire da una stuoja, più per ripararsi dalla neve che il trotto de' cavalli facea saltar dentro, che per nascondersi. Buon fu per lui il trovarsi così coperto e non esposto alla vista di alcuno, poiché non avea ancora fatto un miglio che incontrossi col Bissinscki, che a cavallo di carriera aperta con la sciabola sfoderata correa, sperando d'incontrarlo per tagliarlo in minuti pezzi con tanto buon core, con quanto l'amoroso pastore dà un'archibugiata al lupo che incontra traendo seco sul collo l'agnella, che gli uccise e rubò. Il Bissinscki avrebbe eseguito il suo polacco progetto senza né pure idearsi che creatura ragionevole avesse potuto chiamare la sua azione men che onesta, non che spacciarla per un tradimento; tanto sembra eroica oggidì ancora a' polacchi la vendetta. Egli non poté mai immaginarsi ch'ei fosse sotto quella stuoja, onde seguitò a correre verso l'osteria, dove l'amico suo ferito stava aspettando ristoro, e 'l veneziano giunse in Varsavia, dove, non avendo trovato alcuno alla casa del principe Adamo Czartoryski, si determinò a ricoverarsi nel convento de' zoccolanti.
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