13 Andò egli, e mentre quelli stavano intenti, e sicuri ne' loro balli, dice, S. Iacomo, e addosso; e cominciano con le spade ignude ad aprir quei corpi nudi, e delicati, & à spargere quel sangue generoso, si che nè pur uno ne lasciarono vivo. L'istesso fecero gli altri nell'altre piazze.
14 Questa fù una cosa, ch'empì di stupore, d'angustia, di pianto, di amarezza, e di dolore tutti quei Regni, e quelle genti. E fino che si finisca il mondo, ò che essi del tutto si distruggano, non lascieranno di lamentare, e cantare, come diciamo qui in romanzi, ne' loro balli quella calamità, e perdita della successione di tutta la loro nobiltà, della quale si gloriavano per tanti anni adietro.
15 Veduta da gli Indiani una cosa tanto ingiusta, & una crudeltà non mai più vista, commessa contra tanti innocenti, senza colpa, quelli, c'haveano tolerato con patienza la prigionia, non meno ingiusta, del loro universal Signore, perch'egli stesso commandava loro, che non assaltassero, nè facessero guerra contra li Christiani; all'hora si mettono in arme per tutta la Città, e vanno sopra di loro, e molti de gli Spagnuoli essendo feriti a pena puotero salvarsi con la fuga.
16 Mettono un pugnale al petto al preso Montezuma, affinche s'affacciasse alli corridori, e commandasse à gli Indiani, che non combattessero la casa; mà che si dovessero acquetare. Essi non si curarono all'hora d'obedirlo in cosa alcuna; anzi trattavano di elegger un'altro Signore, e Capitano, che guidasse le loro battaglie.
17 E perche di già il capitano, ch'era andato al porto, se ne tornava vittorioso, e conduceva seco molti più Christiani, e si avicinava, cessarono dal combattere per tre, ò quattro giorni, finch'egli entrò nella Città. Entrato, ch'egli fù, messa insieme infinita gente di tutto il paese, combattono tuti insieme, in tal modo, e per tanti giorni, che temendo di morir tutti, si risolsero una notte di uscir della Città.
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