7 Solo voglio raccontar quģ alcune poche parole, di quelle, c'hora scrive al Rč nostro Signore il Vescovo di quella Provincia; e la data della lettera č delli 20 di Maggio dell'anno mille cinquecento quaranta uno, il quale frą l'altre parole dice cosi.
8 Io dico, o Sacro Cesare, che il modo di rimediare ą questo paese č, che Vostra Maestą lo levi horamai fuori dalle mani di padregni, e gli dia marito, che lo tratti, come č di ragione, & egli merita, e questo quanto prima; perche d'altra maniera, secondo che lo premono, e lo travagliano questi Tiranni, che ne hanno il governo, tengo per certo, che molto presto sarą distrutto &c.
9 E pił ą basso dice; Donde conoscerą chiaramente Vostra Maestą, che quelli, che governano in queste parti, meritano d'esser distrutti, per allegerir le Republiche. E se questo non si fą, le loro infirmitą, al mio parere, sono senza rimedio. E conoscerą parimente, che in queste parti non vi sono Christiani, mą Demonij; nč vi sono servi di Dio, nč del Re, mą traditori alla sua legge, & al loro Re.
10 Perche in veritą il maggior inconveniente, ch'io trovo per tirar gli Indiani dalla guerra alla pace, e dalla pace al conoscimento della nostra Santa Fede, č l'aspro, e crudel trattamento, che quelli, che stanno in pace, ricevono dalli Christiani.
11 Perloche sono cosi aspri, & adirati, che nessuna cosa puņ esser loro pił in odio, & abborrimento, che il nome delli Christiani, li quali essi in tutto questo paese chiamano in lingua loro Yares, che vuol dir Demonij; e senza dubio hanno ragione, perche l'opere, che qui fanno, non sono di Christiani, nč d'huomini ragionevoli, mą di diavoli.
| |
Vescovo Provincia Sacro Cesare Vostra Maestą Tiranni Vostra Maestą Republiche Christiani Demonij Dio Perche Indiani Santa Fede Christiani Perloche Christiani Yares Demonij Christiani
|