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      Ammessa l'esperienza per vera, si cominciò a discorrer della cagione di tal'effetto, e fù detto da uno di quei Signori, che ciò avveniva per la unione de' raggi, quasi che i raggi, che si partono dall'occhio nostro verso l'oggetto, ò vero i raggi dell'oggetto all'occhio, si unissero in quel foro, e così in maggior forza operassero a fare la vista. Io veramente non intesi tal'unione di raggi, ò fossero dell'oggetto nel foro entrando all'occhio, ò fossero dell'occhio al medesimo foro per ritrovare gli oggetti, e però dissi che averei più tosto stimato, che quella carta proibisse l'ingresso nell'occhio a molti raggi, e lumi, i quali non facevano a proposito, per così dire, per dipinger l'oggetto nell'occhio nostro, per modo, che in questa operazione, si veniva a fare più tosto una separazione de' raggi, e non unione; e dichiarai il mio pensiero con una esperienza assai curiosa, ancorche non fusse per giugnere totalmente nuova a quei Signori, la quale fù questa. Che se fussero serrate bene le finestre di una stanza in modo che restasse totalmente priva di lume, e poi fusse aperto un picciol foro in una finestra di diametro quanto fusse la seguente linea ----- in circa, e venisse posto sopra il foro un cristallo lenticolare, cioè uno di quei cristalli, che si adoprano a' cannocchiali del Sig. Galileo, esponendosi dentro la camera un foglio di carta bianca in tanta lontananza dal cristallo, quanto fusse la lunghezza di quel cannone, che riceve l'istesso cristallo, si vedrebbono maravigliosamente dipinti in detta carta gli oggetti opposti alla finestra, ed al foro, distintissimi, e terminatissimi co' colori stessi lor propri, ma tutti voltati à rovescio, cioè le parti alte de gli oggetti reali, che sono fuora della finestra verrebbono rappresentate dentro la stanza nelle parti basse della carta, e le parti basse de i medesimi oggetti reali apparirebbono nelle parti alte della carta, e così le sinistre, destre, e le destre, sinistre.


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Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia
di Benedetto Castelli
1669 pagine 60

   





Sig Galileo