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      Dalle quali cose non mi fù difficile persuader a tutti, che non era vero altrimenti, che l'immagine di quella finestra andasse vagando per tutti quei muri, e siti, dove si si vedeva, mà esser rimasta stampata, per così dire, dentro dell'occhio di ciascheduno sopra la tunica retina nel medesimo modo per appunto, che si fanno l'immagini dentro le nostre stanze, come fù notato di sopra. Stanti tutte le sudette cose possiamo render la ragione di diversi problemi; ed accidenti, che occorrono intorno al senso dell'occhio, e prima noteremoI Che la vista verrà a farsi malamente, ed alle volte sarà totalmente impedita per diverse cagioni, una delle quali è, quando sopra la parte esteriore dell'occhio cadesse, ò si generasse, qualche pannicolo, ò altro impedimento, ch'impedisse, che i lumi, che da gli oggetti all'occhio vengono riflessi non potessero entrare dentro dell'occhio, ed in tal caso è necessario, che da prattico, e perito Cerusico sia levato quel panno, come à nostri giorni opera felicemente il Signor Giovanni Trullo, overo con acque, liquori, polveri, ò impiastri venga consumato quel panno, e di questa tale infermità non posso trattare, ne discorrere, se non con sentimento di acerbissimo dolore avendo ella percosso à giorni nostri il più nobil occhio, che abbia mai fabbricato la natura. Io dico l'occhio del Signor Galileo Galilei primo Filosofo del Serenissimo Gran Duca di Toscana, occhio tanto privilegiato, e di tanto alte prerogative dotato, che si può dire, e con verità, ch'egli abbia visto piu egli solo, che tutti gli occhi insieme degli uomini passati, ed abbia aperti quelli de' futuri, essendo toccato in gran sorte a lui solo, fare tutti gli scoprimenti celesti ammirandi a' secoli futuri nella via lattea, nelle stelle nebulose, ne' Pianeti Medicei, in Saturno, in Giove, in Marte, in Venere, nella Luna, e nel Sole stesso, e però è degno d'esser eternamente conservato, com'una preziosa gemma, e tanto più, quanto ch'egli è stato ministro di quel suo maraviglioso intelletto eccitando a filosofare così altamente delle cose, ond'egli ha trapassato tutti gl'ingegni umani, i quali fin qui si sono intrigati à penetrare i più reconditi segreti della Natura; perdita veramente perniziosissima, e deploranda con lagrime universali di tutti gli occhi umani, ed in particolare dei legittimi investigatori della verità.


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Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia
di Benedetto Castelli
1669 pagine 60

   





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