Or veda V. S. quanto sono lontano dal biasimarlo, e vilipenderlo, mentre lo reputo degno d'essere imitato. È vero, che io per certo mio costume non mi quieto in quella brevità rigorosa filosofica, la quale è solita risolvere i quesiti, ancorchè difficilissimi con due, o tre parole, ma in sostanza intendo di caminare, e battere la medesima strada a capello additatami dà quel Filosofo, narrando a V. S. quello che m'occorse pochi giorni sono con un figliuolino del Sig. Marchese Martinenghi di tenera età sì, ma di spirito, ed ingegno lucidissimo, e vivacissimo. Essendo venuto questo fanciulletto alle mie stanze in S. Calisto per goder di una festa, e processione, che si faceva avanti alla mia abitazione, e vedendo egli il mattone tinto mezzo nero, e mezzo bianco, il quale s'abbattè ad essere sopra quella stessa finestra di dove si doveva vedere lo spettacolo della processione, con gran curiosità interrogò il suo Aio, e Maestro, che si trovava presente, che cosa era quella, e che cosa significava. Il suo Maestro si rivoltò a me, ed io narrai al Marchese il fatto, cioè, che se avessimo lasciato al Sole quel mattone per qualche spazio di tempo si sarebbe riscaldata notabilmente più una parte, che l'altra, e soggiunsi. Indovinate, Sig. Marchese, quale si riscalda più la nera, overo la bianca? Egli dopo essere stato un poco sopra di se accennò colla mano alla parte nera, e disse: Questa. Io restai maravigliato perche m'era abbattuto a fare simile interrogazione a molti, e molti, e per la maggior parte persone dotte, e di buon giudizio, e in ogni modo quasi tutte erano state di parere, che la parte bianca si sarebbe riscaldata più, che la nera.
| |
Filosofo Sig Martinenghi S. Calisto Aio Maestro Maestro Marchese Sole Sig Marchese Essendo Marchese
|