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      E qui notisi che con lasciare per lungo spazio di tempo ancora il bianco al lume del Sole, finalmente ancora esso bianco concepisce il calore, dovendosi muovere finalmente ancora le sue parti. Di piu direi, per risolvere il dubbio per qual cagione esposto al fuoco il bianco, & il nero, allora il riscaldamento si fà quasi eguale e nel nero, e nel bianco, con quel poco, e quasi insensibile vantaggio di calore nel nero, della qual cosa penso, che la ragione sia, imperocche quanto alla parte del calore, che proviene dal fuoco, quel caldo fuocoso viene ad essere eguale nel nero, e nel bianco, non essendo tanto sottile il caldo fuocoso, quanto il luminoso, & in conseguenza non potendo fare quegli scherzi, e giuochi cosi finiti, e regolati, come fà il caldo luminoso; ma quanto al caldo, che dipende dal lume, ci resta il vantaggio nel nero, nel quale quel poco di lume, che si sparge dal fuoco opera quello di piu nel nero, che nel bianco, e cosi ne nasce quel caldo misto, il quale poi è un poco maggiore nella parte nera, che nella bianca. Terzo possiamo rendere la ragione, perche quando si espone il rovescio della faccia tinta del mattone al lume del Sole, in tal caso la parte nera, e la bianca si riscaldino egualmente, il quale effetto diremo, che segue, perche quella parte esposta al Sole essendo tutta d'una medesima tinta conviene, che in quella sua prima pelle tocca da' raggi solari si riscaldi egualmente, e quella riscaldata riscalda la seguente, non gia piu col caldo luminoso, essendo essa totalmente immersa nelle tenebre tra la prima pelle del mattone, & il rimanente del medesimo; ma viene a riscaldarla con quel calore, che essa ha di gia concepito, e cosi questa seconda riscaldata riscalda la terza, e questa la seguente, e cosi di mano in mano, fintanto che, essendo riscaldata tutta la crassizie del mattone, si arriva a quella ultima superficie tinta mezza nera, e mezza bianca la quale necessariamente poi si dee riscaldare egualmente per essere riscaldata senza il caldo luminoso.


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Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia
di Benedetto Castelli
1669 pagine 60

   





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