- E i cannoni da campo dovendosi recare in buon numero nella spedizione, ne dovevano rimanere 6 pezzi in Milano, e nessun altro in tutto quanto il regno. Ora, a domare la sola Milano non valsero poi 60 cannoni e 16 battaglioni. I generali ciò forse prevedendo, dimandavano dunque altri soldati; e protestavano di averne bisogno almeno 150 mila. E chiedevano denari in copia per cingere Milano di 16 fortezze, capaci di 500 a 600 uomini ciascuna. Aiuto singolare alle finanze!
E colla speranza della prossima spedizione, decretavano a se stessi (altro singolare aiuto alle finanze), la mezza paga di guerra; e rumoreggiavano sulle porte dello Stato romano e dei Ducati, e minacciavano la Toscana. E nella gazzetta d'Augusta sfogavano il loro furore, ciò che non potevasi fare nei fogli responsabili e censurati dell'imperio; e perchè sapevano ch'era letta in Italia, e volevano ad ogni modo provocare gli italiani per poterli trucidare prima che fossero armati, li chiamavano razza comica, ciarlatanesca, burlesca. E nei caffè si vantavano d'avere scritto, di propria mano, quelle contumelie. E mettevano fuori ordinanze altisonanti, che riducevano ogni ragione alla spada, come in terra d'Asia; ordinanze che parvero allora strane e barbare, nè in Italia solo, ma perfino alla parziale Inghilterra; e parvero poi davvero comiche e burlesche, quando al primo ruggito del popolo i fuggitivi eroi gli lasciarono in mano quella medesima spada. E con tutto ciò non facevano paura a nessuno; solamente destavano all'armi Roma e la pacifica Toscana; e rompevano i gesuitici sonni perfino a C. Alberto.
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