Or io dico all'Italia: Rallégrati! L'Austria è ridutta all'assassinio! L'Austria assassina!
. Senonchè la volpe aristocratica non intendeva tutto il terribile mistero di quel sangue. Il quale, se stillava desiderato e dilettoso ai cupidi marescialli e agli ambiziosi di Pietroburgo e di Torino, era pur desiderato da altri a più alto proposito. "Quando si mise l'Austria al punto di sguinzagliare i suoi croati, corse per tutta Italia un grido, che ripiombò sul core de' principi, complici dell'Austria". Ora qual politica strana è questa dell'Austria, che rallegra tutti quanti i suoi nemici?
Si vede dai documenti della diplomazia britannica, che la famosa fuga di Pio IX, la quale fu poi compiuta in novembre del 1848, erasi già meditata e tentata a mezzo luglio del 1847, parecchie settimane prima che i buoni milanesi si facessero ammazzare, cantando per le vie il santissimo nome. Intanto che la curia pontificia burlava la gente colle proteste di Ferrara, assoldava in Roma i sicari di Faenza, e pregava di soppiatto Metternich a tenersi pronto coll'esercito ad aiutarla nel momento del macello. Ma se la fuga compiuta necessitò poscia il popolo romano a proclamar la repubblica, la fuga tentata gli era stata il segnale dell'armamento. Colla tracotante passeggiata di Ferrara, l'Austria medesima aveva posto le armi in pugno ai Romani. E non appena si sentirono armati, divennero, come sempre accade, più aperti e imperiosi; e si stancarono in breve di cacciarsi inanzi cogli applausi e colle adorazioni lo svogliato pontefice.
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