E ponevano in commune il peculio di poveri soldati, per tragittare d'America in Italia quelli pių poveri ancora che "volevano far dono del braccio e delle vite in difesa della patria". Nč ponevano al dono condizioni superbe, nč tampoco un patto di costituzionali franchigie; poichč "animati dal sempre crescente progresso che andava facendo lo spirito nazionale in Italia, e dai segni non dubbi dell'accordo fra principi e popoli, avevano sollevato l'animo a quelle medesime speranze che vedevano fomentate ed accolte dai governi del loro paese".
E parimenti in Europa si apprestavano gli esuli al medesimo sacrificio delle pių care loro memorie, per offrire il sangue loro ai principi italiani, purchč collegati contro la tracotanza straniera. Gioberti scriveva da Parigi, fin dal settembre 1847, con qual gioia vi fosse accolta dai proscritti la nuova che Carlo Alberto fosse disposto a tutelare l'indipendenza italiana e collegarsi col gran pontefice; e come a tale annuncio tutte le discrepanze d'opinioni e d'affetti fossero scomparse. "Tanti essere i sudditi spontanei e devoti a Pio IX e a Carlo Alberto quanti i figli d'Italia". E scriveva a Montanelli che non v'erano pių radicali, e che tutti gli amatori dell'indipendenza volevano conservare la monarchia, come necessaria, anzi avvalorarla.
Senonchč, non appena erano trascorsi tre giorni, che l'incauto lodatore aveva a dolersi d'essere giā smentito da Carlo Alberto, che faceva vietare dalla polizia i colori papali e gli applausi a Pio IX. Nondimeno i facendieri incalzavano con promesse i proscritti; e da Milano supplicavasi Mazzini a tacere, e lasciare le orecchie della nazione agli adulatori di Carlo Alberto.
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