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      Ciò facevano i conservatori dell'ordine e della virtù!
      Le occulte congreghe, mosse da tante contrarie e perverse ambizioni, scontrandosi nelle tenebre si combattevano fra loro. Il poeta Castagnoli, propagatore austriaco, fu punito dai cardinali; il barone Baratelli, pur satellite austriaco, fu prima esiliato dai cardinali: e questo è certo; poi fu ucciso: e non si seppe da chi. E frattanto si scrisse in Inghilterra, accagionandone ad ogni buon conto "il pugnale democratico". E anche a Ciceruacchio fu vibrato un colpo indarno: non certo da mano democratica. Nè certo era l'obolo della democrazia che poscia pagava le insidie tese sotto i passi di Mazzini in Ginevra e Losanna. In quelle inesplorate tenebre giace l'arcano della morte di Rossi; e già, un anno prima ch'egli cadesse, veniva additato all'odio del popolo romano come "publico nemico" da quella fazione regia che alla sua morte salì al potere in Roma. Questo è certo.
      Adunque sul principio del 1848, quelle associazioni che non erano gesuitiche o principesche, erano almeno sotto la sovrintendenza, e direm pure sotto il morso e le briglie dei commissarii principeschi. E perciò tutte le esitanze, le debolezze, le perfidie degli schiavi di corte pesavano come un fato invisibile sugli uomini giurati all'indipendenza e alla libertà. Quindi il moto popolare, così unanime e poderoso nelle sue profondità, era ondeggiante e rotto alla superficie, e coperto di estranie spume. Dal Piemonte, ond'era venuto Azeglio colle regie lusinghe, un solo fucile non si potè implorare per l'imminente inevitabile conflitto, quando gli arsenali di Carlo Alberto, quattro mesi inanzi, ne avevano prodigato migliaia ai dissidenti svizzeri.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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