Due volte cadde il regno che aveva i milioni di sudditi, intanto che Venezia, sola, e povera, e levatasi esangue dal sepolcro, durō combattendo, finch'ebbe pane. E in altri tempi, Venezia stessa con angusto dominio aveva durato contro tutta Italia e tutta Europa congiuratagli contro dal pontefice; e aveva durato pių secoli contro l'imperio ottomano. Pur s'udirono fra noi molti deridere, con Gioberti, le republichette. E pur troppo, per male cure di lui medesimo, Venezia era rimasta sola e povera republichetta di centomila abitanti. Ma aveva quell'animo che i satelliti regi non poterono infondere alla Sicilia venti volte pių popolosa. Un diminutivo non č una ragione, direbbe il savio Bentham. E la Svizzera medesima non č forse un fascio di ventidue republichette? anzi, diciam pure, di venticinque? E se dimani il Vallese e Friburgo si suddividessero come Appenzello e Basilea, forse verrebbe rimossa la cagione di qualche discordia; e certamente non perderebbe la patria un sol difensore. Le republichette svizzere bastano alla loro difesa; e l'Italia che potrebbe avere dieci volte pių armati, con ben maggior riparo di lagune e di maremme, e di fiumi e d'isole e di fortezze e di navi, l'Italia non basta. Convien dunque, come facevano i nostri antichi, cercare altrove che nel numero il principio della forza; riporlo sopratutto nella volontā; cioč in questo che chi comanda abbia la medesima volontā, o a parlar pių mondano e pių vero, i medesimi interessi di chi obedisce. Non sono i soldati, nč le armi, nč le navi, nč il buon volere del popolo, che mancarono al re di Napoli per difender l'Italia; ma i suoi interessi non erano quelli della nazione; nč tali erano quelli del papa; e cosė dal pių al meno, quelli d'ogni altro potentato d'Italia.
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