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      Qual più lieto suono al re di Napoli che quello delle infamie del Lamarmora a Genova? E così la Sicilia maledice a Napoli; e la Sardegna e la Liguria maledicono a Torino; e i popoli sono maledetti dai popoli per colpa dei loro padroni. Le discordie, che tanto si vantano delle republiche del medio evo, erano della medesima natura; perchè nessuno allora si era posto in mente di collegar le città in nazione; e di più vi soffiava per entro il pontefice da una parte, e vi aveva braccio l'imperatore dall'altra; perchè i prelati e i baroni abitavano le republiche come forestieri, pronti a sconnetterle e turbarle, non a obedirle e difenderle. Onde anche le republiche erano costrette a fare come i tiranni; e vi procuravano sicurtà e potenza, assoggettando a sè le città vicine, e togliendo loro la sovranità. Pisa era nemica a Genova, principalmente perchè ambedue volevano signoreggiar la Sardegna. Nessuno pensava a que' tempi che i sardi pure erano italiani e fratelli, e che dovevano unirsi alla madre Italia, non coll'obedire a Genova e a Pisa, ma col seder seco loro, eguali e padroni, nel congresso di Roma. Gli odi delle republiche provenivano dalla conquista, dalla fusione, non dalla libertà.
      E anche le republiche svizzere, nate a caso e a caso collegate come le nostre, avevano allora sudditi svizzeri, e li opprimevano, e ne facevano pretesto di ambizioni e di guerre. Ma questi sono errori dei secoli andati; e ora elle son tutte eguali; nè alcuna republica svizzera potrebbe mai trovar modo d'imporre i suoi magistrati alla republica vicina; le altre tutte si opporrebbero; non potrebbe il tutto consentire che alcuna parte si frapponesse fra esso e un'altra parte; nè alcuna parte avrebbe forza o speranza di riluttare al tutto.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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