E qualora il suo libro contenesse tante cose importanti, inedite o poco note, quante ne contiene il nostro, noi ci offriamo a espiare il nostro errore pubblicando in seguito al nostro volume il suo, affinchè possa il disinganno giungere ovunque sarà giunto l'errore.
Noi offriamo ai nostri cittadini quanto con private forze ci venne fatto di adunare. E ora sfidiamo i nostri avversari a osar di fare dal canto loro altrettanto, e aprire agli scrittori i copiosi loro archivi. Li sfidiamo anche solo a desistere dalle codarde persecuzioni di cui fecero segno quei buoni cittadini, che, somministrando carte inedite alla nostra raccolta, intesero di rendere alla nazione ciò che alla nazione appartiene. E siccome non temiamo le loro opere, anzi ne facciamo gran caso, e le citiamo a generosi sorsi, così li invitiamo ad avere lo stesso coraggio, e non sottrarsi con arti inquisitorie al pubblico paragone.
18 settembre 1850.
II
Dopo il febraio del 1848, l'esercito austriaco in Italia aveva ricevuto l'incremento d'una batteria, due squadroni e dieci battaglioni; dei quali un solo italiano.
V'erano dunque allora in Italia 45 grossi battaglioni tutti stranieri al Lombardo-Veneto, 38 dei quali interamente tedeschi, slavi e, magiari, con cinque grossi reggimenti di cavalleria delle medesime nazioni. Oltre alle artiglierie stanziali, v'erano 19 batterie da campo, tutte in mani tedesche e slave. Erano forestieri lo stato-maggiore, le amministrazioni, il genio, il treno, i pontonieri e tutte le altre armi accessorie.
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