Ma il fatto è che nei cento passi d'intervallo tra i bastioni e il palazzo v'era una barricata sola, e non difesa, perchè il popolo era già partito con O' Donnell, e i soldati v'arrivarono anche dalla parte opposta. "In poco più di mezz'ora furono allestite cinque barricate; una, cioè, verso i bastioni, una subito dopo il palazzo verso il ponte, una al ponte e due nella contrada della Passione; a costruire le quali si adoperarono le carrozze, carrette e tavole trovate nel palazzo". "Intanto che mi ristoravo, comparve truppa al palazzo e al ponte: io diedi un occhio ai giardini per cavarmela; erano già pieni di soldati: avanzava un picchetto con un officiale; passò per le barricate lentissimo e disordinato; non sapeva atterrarle nè saltarle; pochi uomini che fossero rimasti a difenderle potevano ricacciarli tutti; andavano i soldati a tre, a quattro, tementi, incerti; ad ogni momento battevano a raccolta". Al dir di Radetzky e de' suoi, anche la brigata Rath penetrò vittoriosa, sforzando tutte le barricate, "fino al centro della città, a lato al Duomo". Ma sul Duomo, a un'ora e mezzo, erano già pervenuti "per l'Arcivescovato e la via sotterranea" i tirolesi, rompendo le interne porte, e non prendendo d'assalto le barricate. E si erano nascosti a bersagliare i cittadini anco in una buca dietro il Duomo. "Appena passata la cavalleria, vedemmo i tirolesi uscire dallo sportello dell'Arcivescovato, e andare a mettersi nella buca, ove si demoliscono le fondamenta di quella casa, alla quale avevano posto il nome Casa d'Austria, per essere isolata e cadente; e di là tiravano su di noi". A quell'ora, e più tardi ancora, cavalcavano intorno al Duomo ussari e gendarmi; e se qua e là frapponevasi qualche inciampo di banchi e di tavole, codeste barricate erano tali ancora che gli ussari potevano sbizzarrirsi a saltarle, e i cittadini sbizzarrirsi a colpir gli ussari al volo.
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