Pagina (88/217)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le novelle di Milano non giunsero oltre Varese, Como e Bergamo; nella notte giunsero a Cremona, portate dal caso, coi viaggiatori. Scrive Carlo Clerici: "Mi restò fisso in mente che Cernuschi propose spedire dovunque nostri incaricati che facessero le nostre parti anche all'estero; il che bisognava far subito, prima che la città fosse circondata dalle truppe". Nessuno fra tanti facultosi ebbe mente e cuore d'immolare un cavallo o un pugno di scudi, per lanciare un rapido appello alle altre città. Arese partì, ma per Torino, ov'era già una colonia di sollecitatori. In quel giorno 18, il re aveva finalmente perdonato a quelli che gli avevano offerto la corona d'Italia; ma il nuovo ministerio di Cesare Balbo, ricusò ai lomellini la licenza di armarsi; privilegiò in Torino 500 guardie civiche, per difendere dalla gioventù i ricoveri dei gesuiti. Arese ebbe una ripulsa: non l'avrebbe avuta, s'egli o altri si fosse rivolto a Brescia, inviando di là messi e stampe a Verona, a Mantova, a Bologna, gettando ovunque la scintilla che i popoli aspettavano bramosamente, sorprendendo, senz'ordini e senza consiglio, fra lo stupore delle repentine novelle, i comandanti militari e civili. A Varese, copia dei decreti di O' Donnell venne affissa quella sera in teatro, ov'erano forse trenta officiali; ebbero agio d'uscire, e recarne avviso al colonnello, ch'erasi già coricato; e tosto fece svegliare all'armi tutto il battaglione. Bergamo inviò staffette, ma solo nella sua provincia. Como non potè operare quel giorno, e dispose cautamente di preoccupare pel mattino i campanili, i forni militari e la polveriera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





Milano Varese Como Bergamo Cremona Carlo Clerici Cernuschi Torino Italia Cesare Balbo Torino Brescia Verona Mantova Bologna Varese Donnell Arese Arese Bergamo Como