Nessuna voce tampoco si udì che le chiamasse sul campo; anzi da ogni parte proruppero voci autorevoli a predicar prudenza e pace.
Brescia, per effetto dei molti esuli, era la città più allacciata dalle influenze azegliane. Benchè l'albero della libertà fosse già piantato in Isèo, e la Val Camonica in armi chiedesse solo ove marciare, il podestà, co' suoi collaboratori Mompiani, Lonao, Lechi e altri tali, chiedeva alli austriaci la concessione di armare 200 privilegiati. Dovevano "esser muniti d'un biglietto a stampa"; e chiunque altro "non sarebbe autorizzato a portar armi". - Doveva il signorile registro limitarsi "alle persone appartenenti alla possidenza e al commercio; se si trovasse opportuno si aprirebbe anche altro registro per gli appartenenti ai corpi d'arte". Non si dovevano confondere poveri e ricchi in un registro solo. "Tenetevi in perfetta calma"; predicavano quei campioni dell'indipendenza. E per invilire la plebe, ch'era pronta a dare il suo sangue, le buttavano un tozzo di pane. - "I possidenti schiusero i loro granai; i negozianti aprirono i loro forzieri; procurarono al municipio i mezzi di sfamare le migliaia, che tutto il giorno in attitudine minacciosa, stavano nella Piazza Vecchia, domandando armi e battaglie". Noi chiediamo alla "Croce di Savoia" di spiegare questi fatti. I partigiani della Savoia hanno impedito l'insurrezione di Brescia, o no?
A Cremona, Schönhals aveva voluto accamparsi minaccioso in Piazza d'Armi con tutto il presidio; ma un battaglione del Ceccopieri restò in città col popolo; il quale alzò forti barricate, e ingrossato da contadini in armi percorse a grosse squadre le vie, e prese saviamente ostaggi alcuni capi nemici.
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