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      La matina del 22, si trovņ Cremona libera affatto dalli armati stranieri
      . Avevano i cittadini una batteria campale, avevano due battaglioni di fanti, e tutte le forze della cittą e del contado, e quelle che potevano trarre dalla riva piacentina del Po; avevano il forte di Pizzighettone con artiglierie e munizioni; potevano tener quel passo dell'Adda. Potevano, rimontando immantinente per la sinistra il fiume, tentar di raggiungere il ponte di Lodi; era solo trenta miglia lontano di Cremona; e il ponte di Lodi era fuori della cittą; e, questa aveva presidio d'un solo battaglione italiano e poca cavalleria. Che fecero i moderatori azegliani di Cremona? Altro non curando che di assicurare le loro persone, fecero trasferire da Pizzighettone a Cremona 200 soldati italiani, 700 casse di munizione e le artiglierie; lasciarono quelli abitanti in arbitrio del nemico. E cosģ Benedek, uscito di Pavia verso mezzanotte del 22, ebbe agio di giungere a Pizzighettone il 24, ristorarsi a spese delli abitanti, passare agiatamente quel ponte dell'Adda, con una batteria, e congiungersi sull'Ollio a' suoi commilitoni, quivi pervenuti felicemente da Brescia.
      Ora facciamo il caso, che al primo lampo dell'insurrezione non fossero mancati gli avvisi dall'improvida Milano; che in ogni cittą un comitato di giovani avesse chiamato con audace appello alle armi il popolo di tutto il territorio; che avesse sorpresi in subitaneo ostaggio i capi civili e militari: amicati francamente i battaglioni italiani: affamato immantinente nelle caserme quell'uno, o quei due battaglioni di soldati stranieri, che stava in ogni provincia, con quanto v'era qua e lą di cavalli e di cannoni.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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