Il maresciallo, il 5, recossi a Verona, mentre le sue truppe non vi giunsero che parte il 6, parte il giorno successivo. Incendii, saccheggi, uccisioni d'inermi contadini furono commessi a Chievo, Croce Bianca, San Massimo, Santa Lucia".
Ignaro il maresciallo degli aggiramenti politici dell'Italia, attribuiva la quiete dei popoli, oltre Adda, all'esempio di Marignano. "Il terrore che la sorte di Marignano diffuse sui passi del maresciallo ebbe il più salutare effetto; non gli si parò più inanzi alcun altro ostacolo". Ma è tempo oramai che si sappia quali sono le persone e le cose che furono salutari al nemico, e rimossero ogni ostacolo alla sua fuga.
E disegno del maresciallo
, dice il succitato documento inserito nella Gazzetta Viennese, "era di stabilirsi dietro l'Adda; chiamare a sè tutte le truppe disponibili; riaprire le communicazioni colle fortezze, e poscia assalir nuovamente Milano. Ma colà riseppe il precipizio delle cose di Venezia, lo sgombramento di Brescia, e la defezione del presidio di Cremona. Il suindicato disegno perciò non era più praticabile; e fu necessità rinunciare all'Adda (und die Adda musste aufgegeben werden)". In altra scrittura, pur d'origine officiale, si aggiunge: "Se siam bene informati, non era mente del maresciallo di ritirarsi se non all'Adda; solo gli inesplicabili eventi di Venezia (die unbegreiflichen Ereignisse in Venedig) lo costrinsero a mutar consiglio. Da una lettera intercetta egli riseppe che Mantova non era ancor soggiaciuta interamente alla rivoluzione; e rapidamente egli gettò una divisione dell'esercito in quella importante fortezza". Questa rapidità era però quale le circostanze la consentivano; poichè solo il decimoquarto giorno della rivoluzione, l'undecimo della ritirata, quelle truppe ebbero percorso le 80 miglia che sono tra Milano e Mantova.
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